Atlantide

Ho accordato con cura particolare la chitarra, dedicando la massima attenzione al Sol piccolo, nella 12 corde la mia vera bestia nera.
Avevo necessita' di seguire i miei pensieri, e per questo mi servivano sonorita' intense, un po' ricercate, quelle che da sempre trovo in alcune canzoni, una fra tutte Atlantide di De Gregori.
Molti accordi in settima, sia minore che maggiore, posizioni semplici delle dita, ma che suonati in successione creano sempre un atmosfera che mi piace e mi distende.
Lui adesso vive ad Atlantide
con un cappello pieno di ricordi
e' diventato un grosso suonatore di chitarra
e stravede per una donna chiamata Lisa
Ho sempre sentito mia questa strofa, cedendo alla civetteria di pensare allo zaino di ricordi, alla chitarra, ai sogni di una donna chiamata Liberta'
...e ad Atlantide.
Atlantide citta' mitizzata su cui mai si e' posato occhio di uomo, in cui nessuno ha mai saputo di abitare, ma che si e' trasformata in terra di meraviglie usando gli occhi della fantasia.
Palazzi di cristallo, tecnologie futuristiche anche per noi, ricchezze, strade lastricate d'oro, ognuno vi ha visto cio' che per lui era l'apoteosi di una ricchezza, di una potenza, di una scienza.
Eppure Atlantide era un regno come gli altri i cui abitanti non sapevano di vivere in una leggenda,una citta' normale scomparsa per una di quelle catastrofi a cui ci stiamo abituando, ma che resa immortale dal racconto di Erodoto e sopravvivendo ad esso  ha acquistato valore, consistenza, spessore ed e' divenuta sogno.
Ma Atlantide e' soprattutto il simbolo di cio' che e' perduto e rimane solo nel ricordo.
E' la parola non detta, ma che si e' impressa come un marchio su quel ricordo
E' la donna che hai amato e che hai guardato mentre si allontanava
Atlantide e' il profumo che risveglia ricordi che non sai afferrare,  e' il suono di campana che odora di lenzuola pulite, di caffelatte a colazione.
Atlantide e' qualcosa di perduto e che si ingigantisce nel tuo sogno

Atlantide e' l'infanzia,
 momento magico,
in cui non sapevi di vivere,
che oggi sopravvive nel tuo ricordo.
che e' divenuta sogno
e rimpianto
\
Alex

Commenti

  1. Ho sempre invidiato chi ha doni artistici. Suonare uno strumento, dipingere, o altro. Credo aiuti a vivere bene con la propria solitudine, quando serve. Una volta scrivevo poesie. Niente di che, ma mi dava conforto. Poi la vena si è seccata per sempre, e ora riesco a malapena a buttar giù poche righe sconnesse su un blog. Si cambia, qualcuno in meglio e....

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  2. Beh, consolati, io non mi considero un artista, al massimo un buon esecutore. Gli artisti sanno aggiungere qualcosa di loro alle opere, riescono ad improvvisare a ricamare suoni nuovi su vecchie canzoni.
    Ed anche le poesie, vanno così, ci vuole il terreno in cui le parole possano nascere e germogliare, non è la vena che si è seccata, è il terreno che si è inaridito, è diventato duro come la pietra e da li non c'è nulla che possa crescere.
    Si tratta di arare di nuovo, è autunno, perfino la stagione giusta :o)

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