Liverpool Atto primo

Quando cammini per Matthews Street qui a Liverpool, la prima cosa che ti viene da pensare è che se tu sei venuto sulle tracce dei Beatles, beh, non sei solo.






La seconda è notare quell'atmosfera un po' sopra le righe che è proprio quella che ti aspetteresti da un posto in cui sono state scritte pagine importanti della storia della musica, ma a questo punto la domanda che sale spontanea è "I Beatles hanno potuto esistere perchè c'era un brodo culturale che li ha allevati e fatti crescere , oppure quest'atmosfera c'è oggi perchè in passato i Fab Four hanno lasciato qui il loro segno?"
Dopo poche ore a girare per questi quartieri, nel vedere quali e quante attività puntano sul mito dei Beatles,  tutto si svela e la risposta è che i geni nascono in ogni luogo, che magari prima li prende a pedate e poi si adorna e si fa bello del loro mito e ne sfrutta l'immagine.

Facendo un passo indietro la mia avventura è iniziata in un stazioncina dello Shropshire battuta dal vento.
Due binari di passaggio, una sala d'aspetto su ogni binario, ma quella dove avrei dovuto stare io aveva un'odore terribile anche se si vedeva che il pavimento era appena stato lavato, osì , imbacuccato nel mio gubbotto nuovo, me ne sono stato ad attendere fuori.

Destinazione finale del mio treno una località sperduta nel Galles ed anche i nomi dei paesi che avrebbe attraversato dopo un poco diventavano impronunciabili.

Ho trovato un buon posto ad un tavolino, seduto nella direzione di viaggio e per un poco tutto è andato bene fino a che non sono salite alcune mamme con mandrie di bimbette.

Ne hanno fatto sedere tre al tavolino dove stavo io. Tre bimbette graziose, biondine, occhi cerulei, tipico visino inglese con le trecce ed ho pensato "Che carucce!"

Dieci minuti dopo le avrei uccise quando, dalle solerti mamme sedute ben lontane, sono state provvedute di pacchetti di caramelle, popcorn, polpettine di carne succhi di frutta ed hanno continuato a ciarlare, a mettere il cellulare in mezzo al tavolo con musica orribile,

Fortuna che la mia stazione di cambio era vicina.

Devo dire di essere stato fortunato nella scelta dell'hotel, perchè cercando il prezzo più basso, (pur sempre 190 sterline per due notti), mi sono trovato comodissimo, a due passi dalla stazione e da tutti i principali luoghi beatlesiani del centro città, quindi la prima tappa, quasi obbligata è stata il Cavern Club , poi the Grapes, altro locale mitico, ma io cercavo anche la statua di Eleanor Rigby, dedicata a tutte le persone sole, (ed io a volte mi sento un po' solo).

E' una statua senza volto perchè non rappresenta una persona in particolare, ma , appunto, tutte le persone sole.

Oggi il mio giro prevede la visita alle case dell'adolescenza di John Lennon e Paul McCartney, i luoghi dove sono nate quelle canzoni che un po' tutti sappiamo cantare






Commenti

  1. Ho sempre amato i Beatles. Me li ha fatti conoscere il mio ragazzo di allora, avevo 16 anni ed erano già superati. Grazie a lui e al mio amore per la lingua inglese ne ho studiato i testi e molti li ricordo ancora. Eleanor Rigby che raccoglieva il riso dopo i matrimoni e viveva un sogno che non era suo. La sento molto vicina. Pensa, mentre ti sto leggendo mi trovo ad una manifestazione piena di gente, dove sono e mi sento sola proprio come lei. Ben riletto

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    1. Effettivamente la stella dei Beatles è durata solo otto anni, (più i 5-6 di apprendistato), però hanno lasciato un segno determinante che nessun altro gruppo ha saputo dare pe capacità di innovazione e di rinnovamento.
      Eleanor Rigby è più di una canzone. In un mondo di canzonette affrontare il tema della solitudine e della morte era qulcosa di eversivo, eppure sono riusciti a farlo e pure a farlo accettare.
      Eleanor Rigby è sempre stata una figura che ho sentito molto vicina, infatti sabato il mio peregrinare è iniziato proprio dalla sua tomba, ma ne parlerò nel prossimo post

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