Vino

Se devo bere o voglio sbronzarmi, scelgo il vino bianco, è fresco, scende allegramente, arriva al punto giusto, fa il suo dovere, mi regala il mio momento di onnipotenza in cui chiacchiero alla pari con Dio, gli faccio presente i miei dubbi sulla sua opera, gli dico dove ha sbagliato, poi crollo sul letto e dormo fino al giorno dopo quando mi alzo come se nulla fosse stato.

Non capita sovente, ma a volte ci vuole, il vino bianco è un vino da solitudine, un vino per quando si vuole cancellare una sera, magari una sera che non ha il nome di una donna.

Il vino rosso invece non lo puoi bere da solo, non devi berlo da solo, se quella sera non ha il nome di una donna, non lasciarti incantare.

Perchè il vino rosso, già quando scende nel bicchiere porta pensieri sensuali, quel colore rubino, come sangue leggero che scende nella boule, lo vedi al rallentatore, velluto liquido che scorre sul fondo, tenta l'altro lato e ricade allargandosi in onde lente e placide.

Poi lo alzi alla luce, perchè non puoi non farlo!, è più forte di te!, il desiderio di vedere quel rosso, reso luminoso dalla fiamma di una candela, perchè sei stato così cretino che in una sera che non ha il nome di una donna, che non ha il nome di quella donna, tu ti sei anche acceso una candela, per cacciare il buio, perchè una fiamma che tremola crea le ombre sulle pareti e non ti senti solo.


Non si ruota il polso, il movimento del braccio deve essere impercettibile, deve stare fermo dal gomito alle dita, ma è l'abilità del maestro che fa prendere vita al vino, lo fa ondeggiare lievemente in una piccola onda che percorre le pareti.
Ed i filamenti che lascia dicono se il vino è buono.

Ed allora sei li, con il bicchiere in mano e lo guardi in trasparenza, guardi quel sangue versato, ne vedi i riflessi argentati, le sottili strisce che lascia sul bordo mentre lo fai ruotare leggermente e l'onda percorre i fianchi della boule e si muove come si muoveva lei tra le lenzuola , con movimenti lenti sinuosi mentre la pelle, la sua pelle, scorreva scivolava verso di te o distante da te.

Poi avvicini il bordo del bicchiere alle labbra.
Un bacio.
Si può baciare il vino? certo, ma non è più vino, sono le sue labbra che hanno quel color rubino, che hanno quella morbidezza, quel calore.

Il primo è un bacio casto, poche gocce, la sua essenza, la sua fragranza, lo lasci scendere dentro di te come il sacerdote farebbe scendere dentro di se l'eucarestia, con la stessa venerazione, con la stessa adorazione.

E' il tocco leggero delle sue labbra, in questa notte che non ha un nome di donna, ma che il vino ti sta portando li, ed è lei, nuda, calda, sensuale come te la ricordi

Ancora lo guardi, in trasparenza alla luce della fiamma che regala bagliori dorati, riflessi carminei, il colore suo più scuro è la bocca che si offre alla tua ed allora il secondo è un bacio violento, passionale, il suo sapore scende in profondità dentro di te, come la lingua ti senti frugare, senti avvolgere la tua, lo senti bruciare nella gola assetata mentre nuove fragranze, rose, terra, autunno si fanno strada prepotentemente dentro di te.

E' un'estasi dei sensi, ma finisce!
E la candela sul muro non ricalca il suo profilo, ma lei è lì, in qualche punto, da qualche parte ed allora lentamente prendi la bottiglia, e ripeti il rito, come un sacerdote antico che invochi gli dei.

Ed eccola nuovamente, che si offre, più calda ancora, sono le sue braccia che ti avvolgono, la coppa rotonda è il suo seno da stringere nelal mano, da scaldare, il suo sapore da bere, la sua intimità da cercare sul fondo di quel bicchiere in una notte che non ha un nome di donna.

Poi... tutto finisce, come finiscono gli uomini, come finisce la vita, come finisce un amore, anche una bottiglia finisce, e con la testa tra le braccia mentre ancora le stringi il seno, piano piano le lacrime si sciolgono e finalmente, puoi dormire in quella notte che non avrà mai il nome di una donna.

Alex

Commenti

  1. Questa perla me l’ero persa. Io amo il vino. Il rosso in particolare. Quel sentire rivolto all’altro sesso è un lontano ricordo e, a dire il vero, non ne sento la mancanza. È rimasto quel vago languore che rilassa, quando ti vuoi coccolare anche in solitudine. A presto

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Oh mio caro Buon Dio

Quattro donne

Stato di primavera