La pace

Della Pace lunedì ha parlato il papa, oggi vorrei esprimere il mio pensiero a riguardo  e lo faccio con un raccontino scritto molti anni fa.
Avevo inventato il personaggio del "matto", un po' bambino, un po' saggio, molto fuori dagli schemi, è stato il protagonista di vari raccontini, questo è uno ....
Mattina di Natale, sullo sfondo della notte che ancora avvolge il mondo un piccolo lumino brilla ancora.
Lo accendiamo tutti gli anni, la sera di Natale, rapresenta la speranza ed il desiderio di pace.
Nella nostra grande sala, l'albero illuminato rompe il buio con le intermittenze.
Ai suoi piedi il presepe in cui una mano gentile ha deposto questa notte il Bambinello.
Il profumo del caffè è un abbraccio morbido che avvolge la scena.
Tutto è silenzio e non si odono i rombi della guerra che si sta preparando.
Il mio amico è seduto in fronte a me sul divano, nelle mani a coppa il bicchiere di caffè, lo sguardo ingenuo e meravigliato rivolto verso il presepe, verso l'Angelo sulla Grotta che porta il suo messaggio 'Gloria a Dio nell'alto dei cieli, Pace in Terra agli uomini di buona volontà'.
'Sai,' mi dice, 'molti pensano che la pace sia l'obiettivo da raggiungere, molti credono che Pace sia in opposizione alla guerra, ma non è cosi'
Finchè penseremo a questo la guerra avrà sempre il sopravvento, perchè essa ha obiettivi ambiziosi, tangibili, riscontrabili.
Dalla guerra ci sarà sempre qualcuno che trae vantaggio ed allora sarà impossibile eliminarla dalla faccia della terra, perchè è alimentata dall'ambizione degli uomini.
Se guardiamo da questo punto la pace è una situazione di stallo in cui tutti rinunciano alle ambizioni di conquista, al potere che potrebbero avere, ai soldi che potrebbero ottenere, ed allora non si riuscirà mai a raggiungerla, perchè l'uomo è un animale ed il senso di potere è tipico della vita di branco.
Finchè ci saranno gli adulatori o gli invidiosi, finchè esisterà la venerazione del potere, obbligatoriamente esisterà il potere e la ricerca del potere.
Come tra gli animali che vivono in branco, troppe volte anche tra gli uomini, per conquistare le femmine il maschio mette in mostra la sua cresta colorata, le piume più belle.
Troppe volte conquista la sua supremazia, sconfiggendo e scacciando gli esemplari più deboli, obbligandoli alla fame ed alla morte.
Ed allora la strada obbligata verso la pace, è la consapevolizzazione di ogni uomo della sua unicità e del suo valore, è necessario insegnare che nessuno che pur abbia soldi o potere è invidiabile perchè è migliore.
Dobbiamo insegnare agli uomini ad essere liberi e non servi di questo o quel padrone, questo o quel mito che sia il denaro, la potenza, la conquista.
Io sono in quanto esisto, valgo per quel che sono con i miei pregi e le mie abilità, ma anche con i miei limiti e le mie incapacità.
Io sono una frazione della popolazione di questo mondo ho gli stessi doveri degli altri, di ogni altro, ma ho anche gli stessi diritti degli altri, di ogni altro.
Ed allora quando molti, tutti capiranno che il mondo non può essere spartito, ma deve essere condiviso, con le sue ricchezze, con le sue spese, quando tutti avranno coscienza di se stessi e del loro valore sarà automatico capire che solo camminando insieme si può andare da qualche parte.
Dobbiamo insegnare agli uomini ad essere liberi,
Ma il problema più grosso è che gli uomini non vogliono la libertà, che comporta responsabilità, impegno, rinuncia, come pecore preferiscono farsi guidare e dominare dal cane del pastore, ed allora sembra un impresa disperata, ma è un'impresa in cui crediamo, quella che dà il senso al nostro esistere, quella che vivremmo come un tradimento l'abbandonarla.
Noi siamo pecore nere ce lo siamo scelti per cultura o cuore, ed allora viviamo la nostra condizione con la gioia che ci viene dal sentirci vivi.

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