Viva la Befana

A me la Befana è simpatica, molto più di Babbo Natale.
Mi è simpatica perchè è parte della mia infanzia, perchè ci sono le storie raccontate, ma soprattutto perchè quella vecchietta curva, sdentata, vestita poveramente e rattoppata , mi ricorda molto quelle che incontravo per strada quando ero bambino.

Racconto di una Piossasco che non c'è più.

E già qui i miei vecchi avrebbero qualcosa da ridire, perchè , da bambino, mi ripetevano sempre che noi non eravamo di Piossasco, ma di San Rocco e c'era una sorta di sano campanilismo nei confronti degli altri rioni.

Noi eravamo, ovviamente i migliori perchè eravamo gli unici ad avere una festa alternativa alla festa patronale ed anche per via di altre non ben specificate qualità.

Quando sono nato ero, ovviamente, il più giovane. poi , sulla scala dell'età, venivano i miei genitori, i nonni e via via tutti gli altri.

Era un rione di vecchi e non c'era problema nell'usare questo aggettivo, il politically correct che chiederebbe di definire anziani quelli che giovani più non sono non faceva ancora parte del lessico quotidiano.
Un lessico , peraltro, declinato in dialetto stretto.

Il grande boom economico non era ancora arrivato, ma la notte seguita alla seconda guerra mondiale stava per finire anche se non per tutti.

C'erano due sorelle, molto, ma molto avanti negli anni, che abitavano nel cortile di mia nonna,
Una lunga allampanata, che andava sempre in giro con un fazzoletto nero in testa ed un po' curva come facevano tutte le donne alte dell'epoca, per poter apparire più basse e riuscire così a trovar marito, (altezza mezza bellezza valeva solo per i maschi).
L'altra era invece piccola e tarchiata.

Non so quale fosse il cognome, probabilmente un cognome piossaschino, Camandone, Ruffinatto ..., ma il loro soprannome (' stranom) era le Cuminote , con la "u" piemontese.

Non so cosa significasse , ma so che se le appellavi con quel nome non la prendevano bene.
La grande morì che ero piccino, una delle tante persone che ho visto partire , o "andare avanti", come dicono gli alpini e che mi ha lasciato un rapporto molto sereno con la morte.

L'altra le sopravvisse per qualche anno, in condizioni sempre più miserevoli, sia per le difficoltà economiche che per la vecchiaia.
Aveva le mucche che portava a pascolare nel prato dietro casa mia, due vacche magre, molto sporche perchè ovviamente la signora anziana non ce la faceva più a togliere il letame.
Venne un giorno in cui non potè più vendere il latte perchè la carica batterica era tropo alta, forse trovarono anche una malattia, fatto sta che per decreto dell'ufficiale veterinario vennero abbattute e la Vigin-a si trovò così sola e senza sostentamento se non la solidarietà dei vicini di casa che al quel tempo c'era ancora.
La trovarono morta di freddo nella sua casa una mattina del 6 gennaio . Non avendo più le mucche non aveva di che riscaldarsi.
Un'altra delle mie Befane era andata avanti


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